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A look outside the water
by Luisa Scarlata

L’appello di Repubblica. 10 domande per tutti.

L’appello di Repubblica. 10 domande per tutti.

credit: eleaf

“Signor Presidente, come e quando ha conosciuto il padre di Noemi Letizia? Nel corso di questa amicizia, quante volte vi siete incontrati e dove? Come descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto “Elio” Letizia? Perché ha discusso delle candidature con Letizia che non è neanche iscritta al PdL? Quando ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia? Quante volte ha avuto modo di incontrare Noemi Letizia e dove? Lei si occupa di Noemi e del suo futuro e sostiene economicamente la sua famiglia? E’ vero che lei ha promesso a Noemi di favorire la sua carriera nello spettacolo o in politica? Veronica Lario ha detto che lei “frequenta minorenni”. Ce ne sono altre che incontra o “alleva”? Sua moglie dice che “non sta bene” e che andrebbe aiutato. Quali sono le sue condizioni di salute?”

Alzi la mano chi finora non conosceva le ormai celeberrime 10 domande del quotidiano La Repubblica al nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Pochi, molto pochi. Sì perché se una volta c’era, ad esempio, “Vamos a la playa” dei Righeira, quest’anno il tormentone estivo erano le 10 domande a Silvio Berlusconi (strano che un Checco Zalone della situazione non abbia pensato anche a musicarle).

Domande diventate tra l’altro sempre più famose per un semplicissimo motivo: perché non hanno mai ottenuto una risposta se non quella di una serie di querele da parte di Silvio Berlusconi a La Repubblica stessa e a tutti i quotidiani stranieri (purtroppo sempre più numerosi) che hanno seguito e ancora seguono la sua scia. Da qui la nuova iniziativa del quotidiano italiano che oggi, per difendere quella libertà di stampa sempre più in pericolo nel nostro Paese, ha dato il via ad una imponente raccolta firme arrivata, nel momento in cui scriviamo, alla ragguardevole cifra di ben 405mila.

Non è finita qui: il 3 ottobre si svolgerà a Roma, in Piazza del Popolo, la cosiddetta “Giornata per la Liberazione della Stampa”, promossa dalla Federazione Nazionale della Stampa e aperta a tutti coloro che di questo cattivo sapore di censura non ne possono davvero più. Cosa sta succedendo insomma al nostro Paese? Siamo davvero tornati ad essere sotto un vero e proprio regime senza essercene neppure accorti? Certo se i giornali che “parlano” vengono querelati, se le televisioni (tutte le televisioni, da Mediaset a Rai) non parlano neppure (perché gli viene proibito in partenza) e sono ormai diventati dei rotocalchi in cui si discute amabilmente solo di Superenalotto, di cucina italiana, di gossip e di scandalosa promozione dei programmi in onda sulle stesse reti dei Tg, allora siamo messi proprio male. Soprattutto se consideriamo che l’80 per cento degli italiani utilizza come unica fonte di informazione proprio la tv.

E pensare che in un Paese normale sarebbe bastato rispondere a 10 semplicissime domande. Un’idea tra l’altro molto interessante questa di Repubblica, che infatti sta prendendo sempre più piede diventando quasi una moda. Ultimamente, ad esempio, sono apparse le 10 domande al ministro Mariastella Gelmini (c’è anche quella “Perché si pettina così?” e soprattutto “Perché non cambia montatura ai suoi occhiali?”). A poco a poco, insomma, viene voglia di farle un po’ a tutti 10 domande impietose che inchiodino ognuno alle proprie responsabilità. Magari persino al Papa. Domanda numero 1: “Perché un uomo che predica i valori dell’umiltà, dell’allontanamento dai beni materiali, dell’aiuto ai poveri porta al dito un anello d’oro più grande di una noce e va in giro con un Suv da almeno 50mila euro?” E così via.

Si potrebbe addirittura stabilire questa pratica anche nel proprio privato: le 10 domande al capoufficio, alla migliore amica, al padre e alla madre…perché no, pensandoci è un’idea davvero geniale.

Perciò Silvio per favore, dai il buon esempio, rispondi: se cominci tu, vedrai, ce ne saranno per tutti. E finalmente vivremo in una società migliore e un po’ più responsabile.

Last updated

November 1st, 2009