Veronica Lario.
credit: lorenzopierini
Voleva essere una première dame defilata, discreta e silenziosa, non come alcune onnipresenti first lady americane, vedi Hillary Clinton o Michelle Obama. Invece ha finito per fare suo malgrado più rumore di tutte. La Signora Veronica Lario (pseudonimo di Miriam Raffaella Bartolini) in Berlusconi lo aveva dichiarato più volte e coerentemente così aveva agito. Nonostante fosse diventata la moglie del Presidente del Consiglio, infatti, ha spesso e volentieri evitato la maggior parte degli incontri pubblici e ufficiali del marito, rivendicando in privato e su pochi giornali la sua “indipendenza culturale” dal consorte Silvio.
Ma chi era Veronica prima di diventare la seconda moglie di Mister Berlusconi? Lontana dalla politica già allora, la Lario era attrice teatrale, cinematografica e televisiva. Ed è proprio durante una sua rappresentazione a teatro (“Il magnifico cornuto” di Fernand Crommelynck) che Veronica incontra per la prima volta Berlusconi. Era il 1980 e finito lo spettacolo Silvio (proprietario del teatro dove avvenivano le rappresentazioni) volle incontrarla per complimentarsi e manifestarle tutta la sua ammirazione. La vita dell’attrice, come si può facilmente immaginare, da quel momento in poi cambiò radicalmente: nel 1984 ebbe la sua prima figlia – Barbara – da Berlusconi ma solo nel 1985, anno in cui questi divorziò dalla prima moglie Carla Dall’Oglio, poté iniziare una convivenza con lui. Convivenza che si trasformò finalmente in matrimonio il 15 dicembre del 1990. Veronica divenne quindi in seguito la riservata e schiva first lady d’Italia: sono davvero poche le sue esternazioni pubbliche che si ricordano.
La signora Lario intervenne nel 2003 sulla Guerra in Iraq esprimendo appoggio ai gruppi pacifisti e nel 2005 sul tema dell’aborto dichiarandosi a favore dei quattro quesiti del referendum (lei stessa negli anni Ottanta si sottopose ad un aborto terapeutico rinunciando ad un figlio suo e di Silvio che non sarebbe nato sano). Ma la prima volta in cui la sua voce si levò alta e varcò i confini del Paese fu quando, il 31 gennaio del 2007, scrisse una lettera indignata nei confronti del marito Silvio e la inviò al quotidiano La Repubblica. Ma cosa fu a provocare l’ira di Veronica e a scatenare una reazione così lontana dal suo stile? Che Silvio Berlusconi fosse un estimatore delle belle donne non era già allora un mistero per nessuno, né tanto meno per sua moglie. Tuttavia, quando durante la serata di premiazione dei Telegatti, Berlusconi si lasciò andare a commenti e complimenti esagerati nei confronti di alcune Signore presenti alla serata di gala, Veronica ritenne di dover reagire pubblicamente per salvare la sua dignità di donna e moglie e quella dei suoi figli.
La lettera provocò enorme clamore e Silvio Berlusconi si sentì obbligato a porgere alla consorte pubbliche scuse – attraverso un’altra lettera – nello stesso pomeriggio. L’episodio non passò di certo inosservato e Veronica si trovò – proprio lei – sotto i riflettori dei media italiani ed internazionali. Ma era solo l’inizio. Il 29 aprile 2009 la rabbia di Veronica torna alla ribalta e questa volta il risultato è la parola “fine” su un matrimonio che – dice lei stessa – non ha più motivo di esistere. A scatenare un epilogo così severo la decisione di Berlusconi di candidare nel Pdl un numero imprecisato di belle ragazze provenienti dalla tv e dallo spettacolo, nonché la partecipazione di Silvio al compleanno dei 18 anni di un’avvenente biondina, tale Noemi Letizia, che si rivolge al premier con l’appellativo di “Papi”. Veronica non ci sta più: con durissime dichiarazioni pubbliche rimprovera al marito la sua mancanza di rispetto e di ritegno e ormai stanca di mettersi da parte e di tacere sceglie di agire, a dimostrazione che dal silenzio al boato di un grande crollo a volte il passo può essere davvero breve.