Beppe Grillo. Chi di “vaffa” ferisce…
credit: antonella.beccaria
In Italia, questo ormai lo sappiamo bene, può succedere (e succede) di tutto. Così, se da una parte abbiamo un capo di governo che, tra le altre cose, elargisce consigli sessuali ad una escort (con tanto di voce registrata che ormai tutti possono ascoltare con le proprie orecchie) senza che nessuno si agiti più di tanto, dall’altra abbiamo uno dei più celebri comici – celebre proprio perché negli anni non ha risparmiato con le sue feroci e pesantissime critiche niente e nessuno – che d’un tratto chiede la tessera proprio di uno di quei partiti che nel corso del tempo ha seppellito di accuse e di insulti.
Il comico in questione si chiama Beppe Grillo, il partito al centro di questa nuova, paradossale bagarre, il Pd. Anche in questo caso, naturalmente, la vicenda si sviluppa come una telenovela dove di puntata in puntata non mancano colpi di scena e stupefacenti ribaltamenti di situazioni. Tutto comincia appunto quando il comico genovese annuncia di volere la tessera di partito del Pd per poter correre per la segreteria dello stesso. Una richiesta che scatena fin da subito un coro di indignati “no” da parte del Pd che si rifiuta dunque a maggioranza di accoglierlo tra le sue fila. Grillo ovviamente non ci sta e non si arrende. A suon di urla (tipiche del suo stile) e di ulteriori insulti al Partito del quale vuole a tutti i costi far parte (“Quella del Pd è una finta opposizione, di comitati d’affari, di “fassini” e di “dalemini”, di gente inesistente che sta lì e non si capisce perché e cosa hanno fatto. Non hanno detto niente sull’energia nucleare, non hanno detto niente sull’acqua che viene privatizzata dalle società quotate in borsa. Non si parla di energie rinnovabili, di edifici passivi, di wi-fi libero e gratuito. Loro sopravvivono perché sono chiusi dentro il loro loft con le sovvenzioni statali” – testuali parole di Grillo) ci riprova allora con la sede del Pd di Arzachena, che ci tiene però subito a precisare, onde evitare brutti inconvenienti, “Beppe Grillo non è iscritto, ha solo aderito”.
Insomma, la questione deve essere ancora valutata dal Coordinamento Provinciale, come spiega Andrea Filippeddu, coordinatore cittadino del partito. La patata è di fatto davvero bollente e nessuno vuole tenersela a lungo fra le mani.
Alla fine però è lo stesso Grillo ad annunciare la conclusione della partita sul suo blog: nella lista dei candidati alle primarie del Pd lui non ci sarà “poiché ha presentato liste in contrapposizione a quelle del partito stesso”. Niente ingresso nella “sporca politica” (come l’ha definita lui stesso) dunque, per il comico genovese che ha comunque finito per mettere ovviamente zizzania e dividere i già assai divisi membri del Pd.
Non tutti infatti erano d’accordo nel rifiutare la tessera a Grillo ma alla fine ha prevalso la fazione dei “non se ne parla nemmeno”. Del resto la “strategia” attuata dal comico per tentare l’ingresso al partito non era certamente delle più furbe. “Non si entra da noi per insultarci”, aveva detto Bersani e in fondo non si poteva dargli del tutto torto: mica ci si auto-invita ad una festa prendendo contemporaneamente a parolacce i padroni di casa!
Nonostante dunque l’appoggio di Di Pietro, che aveva mostrato solidarietà al comico genovese in merito alla vicenda, di altri come Paolo Flores D’Arcais che in favore suo aveva fatto le pulci alle regole del Pd e soprattutto dei tantissimi blogger che da sempre sono dalla sua parte e lo sostengono, Beppe Grillo non ce l’ha fatta. E allora, ecco subito pronta l’alternativa: il comico furioso cambia strategia e si lancia in politica con il Movimento di Liberazione Nazionale, ovvero con un nuovo partito tutto suo. La domanda però a questo punto nasce a molti spontanea: ma Grillo, suvvia, non potevi pensarci prima?