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A look outside the water
by Luisa Scarlata

Elezioni europee. La svolta a destra e gli eurofannulloni.

Elezioni europee. La svolta a destra e gli eurofannulloni.

credit: antony_mayfield

La batosta più grande si è vista in Gran Bretagna: alle elezioni Europee il partito di estrema destra British National Party ha conquistato per la prima volta un “bel” seggio in Parlamento, mandando letteralmente in stato di shock il Paese. E questo non era che il primo segnale, considerando che il centrodestra in realtà ha praticamente stravinto in tutta Europa.
In Francia il partito del Presidente Sarkozy ha retto bene mentre è stata eclatante la sconfitta del partito socialista. Stessa cosa in Spagna anche se con dati a dire il vero un
po’ più contenuti. Anche in Germania per il partito della Merkel non è andata affatto meglio mentre in Austria e in Ungheria si è assistito ad una imponente affermazione della destra radicale.

Qualcuno fa notare come, d’altro canto, le voci ambientaliste si siano levate più alte in queste elezioni Europee. Lo conferma Daniel Cohn-Bebdit – leader europeo dei Verdi – che ha appunto così affermato all’indomani dei risultati: “E’ un grande momento per l’ecologia politica. Continueremo le nostre battaglie in sede Ue”. Ma davvero questa maggiore coscienza ambientalista (che ci fa comunque certamente piacere) può riuscire a farci dimenticare una svolta a destra così radicale e inaspettata dell’Europa intera? A farci mettere da parte le importanti e necessarie riflessioni sul cosa ci sta realmente accadendo? No davvero. Cerchiamo di capire e proviamo ad analizzare con un po’ di razionalità questa nuova, singolare situazione, partendo dal fatto che non si può prescindere dall’influenza che hanno avuto due fattori come: l’astensione al voto (stimata intorno al 43%, un vero e proprio record negativo) e i partiti dei cosiddetti “euroscettici”, i quali hanno lasciato grande spazio ai sempre più numerosi gruppi xenofobi e di estrema destra. Paura, razzismo, sospetto, individualismo sono dunque sempre più rafforzati e alimentati dalla crisi economica, a cui tutti i Paesi devono far fronte, e dal costante aumento del tasso di disoccupazione, fonti di preoccupazione, di sfiducia e di “chiusura”/”arroganza” verso gli altri e verso le istituzioni (a cui si leggano xenofobia e anti-europeismo).

E in Italia? Cosa è successo nel nostro Paese? Anche da noi non sono mancate le sorprese: il Pdl è rimasto in testa ma con percentuali che non sono state assolutamente all’altezza delle aspettative (e delle esternazioni) di Silvio Berlusconi; il Pd è andato indietro ma, tutto sommato, nemmeno troppo. Infine trionfo semi-inaspettato per l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro e per la Lega di Umberto Bossi. Nel totale, dunque, un quadro abbastanza allineato con il resto d’Europa compresi i dati relativi all’astensionismo, inferiori rispetto alla media europea, ma non per questo meno allarmanti. Colpa probabilmente anche del deprecabile fenomeno “eurofannulloni” di cui tutti gli italiani, grazie a media e giornali, sono oramai a conoscenza. Chi, infatti, non sa ancora che i nostri rappresenti al Parlamento Europeo (dove dovrebbe decidersi il nostro futuro) sono i meno presenti e i più pagati? Ebbene sì: un nugolo di assenti ingiustificati (secondo le stime una volta su tre!) che tra indennità e spese varie incassano almeno 35mila euro al mese e che, se intervistati in proposito, non si vergognano neppure di ammettere le loro (ennesime) mancanze.

E se si vuole toccare una vera punta di indignazione, si deve considerare una recente inchiesta condotta da “L’Espresso”: gli italiani a Strasburgo detengono il primato di ritiri e sostituzioni (e non stiamo parlando di calcio, bensì di politica). Mentre molti dei “frequentanti” non sono poi così “presenti”: basti pensare che 61% dei nostri deputati non ha mai presentato una relazione (la delegazione slovena, composta da sole 7 persone, ha portato a casa più relazioni e dichiarazioni di tutti i 36 italiani entrati a Strasburgo) e che ben 17 euro-parlamentari non hanno addirittura mai nemmeno aperto bocca durante le assemblee.

Con una situazione così, se qualcuno decide di restarsene al mare invece di tornare in città per votare, come si può avere il coraggio di dargli del tutto torto?

Last updated

June 30th, 2009