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A look outside the water
by Luisa Scarlata

Eluana. Il dubbio, il rispetto, il silenzio che sono mancati.

Eluana. Il dubbio, il rispetto, il silenzio che sono mancati.

credit: Geomangio

Eluana Englaro riposava da 17 anni. Ma solo da poche settimane può farlo in pace. La sua triste storia è di totale dominio pubblico ormai da lungo tempo. Sulla sua vita e sul suo drammatico stato di coma lungo appunto 17 anni è stato detto e urlato di tutto, soprattutto in questi ultimi mesi in cui la battaglia del padre Beppino per ottenere il diritto alla sospensione dell’alimentazione forzata si è fatta più pressante.

Eluana Englaro ha smesso di essere solo una ragazza sfortunata a cui è accaduto un terribile incidente; ha smesso di essere l’amata figlia di Beppino e di sua moglie ed è stata trasformata in un simbolo, in un’icona, nell’emblema di un argomento. Strattonata da ogni parte, da ogni ideologia atea, cattolica e politica ha smesso di essere solo un essere umano e così facendo ha smesso di godere di uno dei diritti fondamentali della persona: il rispetto. Un diritto che con lei hanno perso da lungo tempo anche suo padre e la sua famiglia.

Lunedì 9 febbraio Eluana Englaro si è spenta dopo che da pochi giorni le erano state sospese idratazione e alimentazione. La legge alla fine ha dato ragione a Beppino, a quel padre che conosceva il pensiero di sua figlia e che ha lottato per far sì che venisse rispettato. Un padre che non ha mai abbandonato la sua Eluana e che per questo l’ha vista morire tutti i giorni per 17 lunghissimi e devastanti anni. Un uomo a cui è stato detto di tutto. Dalla morte di Eluana persino assassino, giudice, boia. Nella vita, purtroppo e per fortuna, non ci è dato di vivere tutte le esperienze possibili al mondo. Certe cose belle ci vengono negate, certe esperienze terribili ci vengono al contrario risparmiate. Sapere cosa prova una donna che abortisce o un padre che vede la figlia sfinirsi (come l’unica giornalista che l’ha vista ha potuto testimoniare) in un coma lungo 17 anni, fanno parte di quelle tantissime e dolorose vicende che se non si vivono sulla propria pelle, buon senso e rispetto vorrebbero, non ci si dovrebbe sentire in grado di giudicare. Quantomeno non con tanta superbia, certezza o addirittura livore. Non tutto si può conoscere e sindacare da lontano e la vicenda di Eluana ci dimostra che l’umiltà è un pregio e un valore oramai rarissimo. Di fronte a temi come l’aborto o l’eutanasia bisognerebbe esprimersi sempre con estrema cautela e soprattutto, va ripetuto ancora una volta, inchinandosi con rispetto di fronte a chi, al contrario di noi, si è trovato di fronte a realtà e decisioni così drammatiche e devastanti. Non tutto ha una sola risposta. Ci sono malati terminali che chiedono di poter morire per non soffrire più e malati terminali che nelle stesse condizioni non rinunciano alla possibilità di sperare e di continuare a vivere. Eluana aveva confidato il suo pensiero alla sua famiglia, aveva scelto e la sua scelta andava rispettata non solo da chi ne ha giustamente raccolto la testimonianza ma soprattutto da chi, della sua vicenda, era semplicemente a conoscenza.

Avere una propria opinione, un proprio credo, una propria idea è lecito. Volerla imporre a tutti i costi come “unica verità possibile” a volte può essere delittuoso. Accusare un padre già colpito a morte da una disgrazia che chi non vive sulla propria pelle non può nemmeno immaginare, di essere un assassino, un boia, una persona che “vuole solo liberarsi di un fastidio” è e dovrebbe essere intollerabile. La Chiesa, la politica, sono entrati a casa della famiglia Englaro dove si viveva un lutto profondo, sbattendo le porte e urlando, ciascuno dall’alto delle proprie verità assolute, giudizi e sentenze. A tutti costoro, che persino dopo la morte di Eluana continuano ad accusare, ad indagare, a sindacare, sarebbe bello ricordare che il dubbio, il rispetto e il silenzio sono valori più alti della convinzione di sapere sempre tutto. Eluana non voleva vivere così. Eluana non avrebbe mai voluto che la sua famiglia venisse offesa e umiliata come è stato. Eluana a quel punto preferiva il silenzio. Grazie a suo papà, che ancora piange, finalmente l’ha avuto.

Last updated

March 1st, 2009