RomaFictionFest 2009: The “Lost” Masterclass.
credit: piutus
A Roma la notte è delle più calde. Alle prime ore del mattino (di martedì 7 luglio 2009) si suda eppure, davanti al cinema Adriano, una lunga fila è già in religiosa attesa. L’agognato approdo è la sala 2 dove alle 11:00 ci attende l’isola più famosa del pianeta: l’isola di “Lost”. Un regalo del RomaFictionFest 2009, che quest’anno ha offerto a un’orda di fan osannanti (alla fine sono stati più di mille i partecipanti all’evento, tra cui anche noi di Cineradar) addirittura una “Masterclass” dedicata al telefilm più rivoluzionario e seguito del piccolo schermo. Presenti all’incontro tanto atteso Damon Lindelof e Carlton Cruise – autori di Lost – e Jack Bender, regista e produttore esecutivo. Tutto intorno un clima da stadio: urla, applausi, gridolini estasiati da parte di un gruppo di ragazze vestite per l’occasione con la tuta da lavoro della “Dharma Iniziative”. Fino all’apoteosi: l’apparizione a sorpresa di Matthew Fox, interprete dell’affascinante e incorruttibile Jack Shephard. I giornalisti vengono subito avvertiti: niente domande sulla sesta ed ultima stagione attesa per il 2010. Per il resto, fate come volete. Qualcuno, a dire il vero, ci prova lo stesso ma non ne cava nulla. Il team di Lost è ben addestrato a sfuggire ad ogni tipo di spoiler – come si dice in gergo. E a parte questo piccolo “minus” l’incontro non delude comunque nessuno: tra filmati che ricordano i momenti più belli e toccanti delle 5 stagioni e battute di spirito degli autori – in forma, allegri ed entusiasti – le quasi due ore di Masterclass volano per concludersi con una standing ovation da parte di tutti i presenti in sala. Qui di seguito, più nel dettaglio, le parti salienti dell’appassionante incontro con il team creativo di Lost.
Lost è chiaramente molto di più che una semplice serie tv, è qualcosa che ormai è entrato nel cosiddetto immaginario collettivo. Recentemente, in occasione purtroppo dell’ultima sciagura aerea, in molti hanno detto “I passeggeri sono finiti nell’isola di Lost”. Come siete riusciti ad arrivare a questo? Da dove avete cominciato a lavorare?
Il fatto che noi abbiamo sempre deciso di parlare poco della serie, di non dare informazioni, né anticipazioni e così via era proprio per questo motivo, per far si che fosse la gente e non noi a parlare di Lost, a scambiarsi opinioni su internet, curiosità. A creare il fenomeno insomma…Tra l’altro, quando Lost è nato, noi pensavamo che non avrebbe mai funzionato. Quando è uscito il pilota abbiamo saputo che il direttore esecutivo era stato licenziato, così avevamo pensato di fare solo 12 episodi decidendo però che essendo solo poche puntate avremmo fatto solo quelle più divertenti e creative che si fossero mai viste in tv. Ci siamo quindi potuti permettere di violare molte regole della televisione, creare tantissimi personaggi, una storia molto complessa, di modo da ottenere insomma un prodotto realmente diverso da tutti gli altri…
Crediamo comunque che alla base di tutto ci sia la sceneggiatura, che sia la cosa più importante; noi abbiamo poi anche un cast internazionale di altissimo livello e dei personaggi che toccano le sensibilità delle persone in ogni parte del mondo, così come i temi che trattiamo, che sono temi che interessano tutti: il concetto di come si sopravvive, di come si convive, di come si vive insieme agli altri ma poi si muore da soli.
Lost è ormai un successo planetario, ma sempre per tornare agli inizi, qual è la critica più divertente che avete ricevuto?
Quando abbiamo cominciato nell’ambito della televisione non si era mai visto nulla del genere…le serie tv avevano tutte un inizio, una parte in mezzo e una fine, i personaggi erano al massimo 6 o 7 e soprattutto non c’erano mostri, sedie a rotelle e fenomeni paranormali. Noi invece ci siamo detti: e perché no? Noi ambientiamo questa serie su un’isola e lì possiamo far succedere quello che vogliamo. E’ così che è andata!
Come lavorate alla sceneggiatura? Ci raccontate una vostra giornata tipo?
Dunque…ogni mattina comincia con…l’alcool! Tequila, vino…(ridono, applausi). Ok, seriamente: ci vediamo tutte le mattine in ufficio a colazione e parliamo da una mezz’ora a due ore circa. Possiamo parlare di tante cose, delle nostre famiglie, di politica, di religione…ma anche ovviamente della produzione creativa in senso stretto. In seguito andiamo nella sala degli scrittori dove oltre a noi ci sono altre 6 persone: lì cominciamo a parlare della storia tutti insieme e scriviamo le idee di ciascuno su delle lavagne bianche che sono distribuite intorno alla sala. Avendo una produzione molto veloce spesso discutiamo anche di 10 episodi insieme che magari si trovano ognuno ad uno stadio creativo e produttivo diverso!
Considerando anche i non pochi salti temporali, come fate a ricordarvi tutto? Avete un metodo particolare? Come vi organizzate in proposito? Chi vi aiuta?
Ehm…sempre l’alcool! No, no…a dire il vero c’è un signore il quale cataloga tutti gli eventi che sono avvenuti nello show durante tutti gli episodi in maniera cronologica. Ovviamente noi non gli diciamo mai niente delle nostre intenzioni su passato e futuro altrimenti poverino si spara direttamente! Ad ogni modo è lui il bibliotecario della nostra serie…
E con gli attori? Come li scegliete? Come lavorate con loro?
Praticamente Jack è alle Hawaii, noi siamo a Los Angeles quindi non ci vediamo mai. Non ci siamo mai incontrati! Damon e Carlton, nello specifico, fin dall’inizio hanno messo in chiaro che non volevano avere nulla a che fare con gli attori…
A questo punto l’attore Mattehw Fox (interprete di Jack) entra a sorpresa in sala. Il pubblico in delirio si alza in piedi, urla e applaude.
Il FictionFest favorisce gli incontri. A voi Matthew Fox!
Piacere…piacere di conoscerti finalmente! Piacere mio!
Allora Matthew…com’è lavorare in questo show?
Che dire…La prima volta che ho letto la sceneggiatura ricordo che ero negli uffici della Disney e devo dire che è stata la lettura di un pilota televisivo più bella che abbia mai potuto fare. L’ho amata fin da subito, perché era un qualcosa di veramente straordinario e di mai visto prima…Insomma non potrei essere più orgoglioso di aver partecipato ad una cosa così: è stata ed è ancora un’esperienza fantastica.
Secondo voi chi è il vero, unico leader del gruppo di Lost?
Sinceramente bisogna ammettere che un buon leader deve essere anche bravo a mentire, ed ecco perchè Jack non può essere il più forte. Onestamente la risposta è Ben.
Matthew, pare che tu sia l’unico a conoscere il finale della serie. Visto che siamo tra amici, ce lo racconti?
Sapete cos’è…io so delle cose ma non è affatto detto che siano le stesse che sanno gli altri miei colleghi! Gli autori sono stati molto furbi e intelligenti in questo: quindi davvero non lo so…può darsi che io conosca un finale e il resto del cast ne sappia un altro!
In realtà Matthew sa che l’isola si alzerà in volo ma non sa dove atterrerà! (ridono)…
L’immagine armonica di questo gruppo di lavoro è molto insolita per l’Italia. Qui generalmente gli sceneggiatori pensano che i registi siano incapaci, i registi pensano che gli sceneggiatori siano analfabeti ed entrambi considerano gli attori dei cani. Quindi per noi italiani è molto strano vedervi così. Ma voi non litigate davvero mai? Non c’è mai una volta in cui uno di voi pensa che l’altro ha detto o fatto una gran cavolata?
Sì…ci sono solo piccole cose su cui non ci troviamo d’accordo… Matthew ad esempio non ama quando bisogna saltare molto dall’alto perché lo trova buffo…oppure a volte ci facciamo degli scherzi in cui finiamo per dubitare quanto meno del buon gusto degli altri, ma a parte questo è proprio vero, lavoriamo in perfetta sintonia, ci stimiamo e se ci sono dei problemi ne discutiamo tranquillamente tra di noi per risolverli al meglio. Dovete crederci: il nostro team funziona proprio così!