The

A look outside the water
by Luisa Scarlata

9 film che vorrei non aver visto per rivederli (come fosse la prima volta).

9 film che vorrei non aver visto per rivederli (come fosse la prima volta).

credit: Luisa Scarlata

Drive di Nicolas Winding Refn
Perché Driver (uno strepitoso e indimenticabile Ryan Gosling) è l’eroe degli eroi: il più spietato dei cattivi, il più romantico dei romantici. Gelido nello sguardo e nella postura, avarissimo con le parole, regala però ogni cosa di se stesso senza chiedere nulla in cambio. Tutta la sua vita si svolge dentro un’auto: le cose peggiori, le cose migliori gli accadono là dentro, con le mani sul volante, perché Driver è uno che non sa scendere, che non sa andare piano, è uno che si schianta ma non muore. Mai.

Once di John Carney
Perché “Once” non è un musical, ma un film fatto di musica. Dove c’è una storia che comincia con una canzone, finisce con una canzone e si racconta, dentro, attraverso tante canzoni (tra cui una, “Falling Slowly”, premio Oscar 2008 come Miglior Canzone Originale). Un film dove l’unico effetto speciale lo fanno le facce dei due protagonisti: per questo ci innamoriamo di loro fin dalle prime inquadrature. E ci sentiamo commossi da lei (Markéta Irglovà), che trascina il suo aspirapolvere rotto, con la stessa disinvoltura (ma non di certo la stessa tristezza) con cui Paris Hilton trascina il suo chi-hua-hua impomatato; e vicini a lui (Glen Hansard), specie rara di uomo sandwich cha lancia slogan sulla sua vita con la chitarra.

The Wrestler di Darren Aronofsky
Perché rimane un film che muove profonda e straordinaria compassione senza mai scadere nella drammatizzazione fine a se stessa. Rourke Randy “The Ram”, l’uomo che ai colpi della vita preferisce i colpi del ring perché alla fine sono quelli che fanno meno male, è l’emblema stesso del declino dell’eroe. Vederlo così spesso di spalle, con i lunghi capelli biondi che ingannano, non è che un segno di rispetto verso chi, tuttavia, non ha mai smesso di combattere.


Non ti muovere di Sergio Castellitto

Perché capita davvero raramente, guardando un film nato dalla trasposizione di un romanzo (“Non Ti Muovere” di Margaret Mazzantini), di risentire quello stesso brivido provato sfogliando le pagine che avresti voluto non finissero mai.

Colazione da Tiffany di Blake Edwards
Perché è un meraviglioso classico senza tempo, divertente, deliziosamente romantico, intrigante, commovente, fascinoso e seducente, capace di raccontare temi anche scabrosi, specie se si considerano gli anni in cui uscì (Holly, di fatto, è una che viene pagata dagli uomini per i suoi “servizi alla toeletta” e lo stesso George è ciò che si dice un mantenuto per le stesse prestazioni ma al contrario) con una eleganza, un garbo e una classe senza uguali.

I ponti di Madison County di Clint Eastwood
Perché è un film fatto di sguardi, di lentezza, di parole e di una gestualità sublime e perfetta. Come ci si sente piccoli e miserabilmente umani nel guardarlo! “Volere” (con tutta l’anima) e “rinunciare” (per dovere, per responsabilità, per correttezza): chi di noi non si è sentito così almeno una volta nella vita, chi di noi non ha pianto in quel modo per ciò che poteva essere e non è stato? Per un’altra persona, per amore, ma anche per qualcosa, per una situazione, per un luogo…

Little Miss Sunshine di Jonathan Dayton e Valerie Faris
Per i dialoghi da Oscar, le facce perfette, i personaggi indimenticabili, le performance recitative da standing ovation e – come se non bastasse – per il suo finale straordinario, che da solo vale la visione di tutto il film.

Le pagine della nostra vita di Nick Cassavetes
Perché è uno di quei “film di una volta” che quando cominciano ti prendono e ti portano via, fin dal primissimo fotogramma. E che proprio non ti permettono di ricordarti chi eri prima che iniziasse quel film, quella storia, quel tempo.

Gran Torino di Clint Eastwood
Perché Clint Eastwood regala al mondo un personaggio tanto complesso quanto meraviglioso e indimenticabile: una figura triste, malinconica e al tempo stesso poetica, quella di Kowalski, che entra nelle viscere dello spettatore per non abbandonarlo nemmeno dopo la fine del film.

Last updated

March 2nd, 2014